- Buongiorno Stefano, com’è la situazione all’Isola del Giglio?
“E’ difficile fare programmi, non sappiamo ancora le disposizioni normative nè l’evoluzione della malattia, sono due elementi di forte instabilità.
Io penso che l’unica cosa sulla quale posso agire è ciò che dipende da me. Il ragionamento che stiamo facendo con le persone che fanno il mio lavoro è quello di avere la voglia comunque di provare, anche se sappiamo che sarà una stagione che, se dovessi paragonarla ad una partita di calcio, ti direi che quest’anno le prendiamo di sicuro, cerchiamo di prenderne meno possibile.
E’ come andare a giocare a casa del Real Madrid senza punte: ti metti in difesa e cerchi di prenderne il meno possibile.”
— Comunque l’obiettivo è aprire?
“L’obiettivo è quello di aprire e di garantire quanti più posti di lavoro possibile, cercheremo di non ammainare la bandiera e di non scomparire dai radar del turismo per quest’anno.
Come Consorzio Commercianti, il 20 di aprile abbiamo fatto un sondaggio su una cinquantina di interviste — scelte tra tutte le tipologie di attività — e abbiamo quantificato a quella data la perdita di posti di lavoro ipotizzata; tutti considerano la possibilità di avere il personale ridotto, c’è stata la quantificazione di mensilità perse fino a quel momento.
Però alla fine su 50 attività sentite solo una in quel momento ha dichiarato che sarebbe stata chiusa, altri hanno espresso la volontà di rimanere aperti e di dare un servizio. Con il turismo estivo noi sappiamo che stiamo per andare a sbattere ma ancora non è effettivamente successo, il danno lo quantificheremo, riguardo al turismo balneare, da fine maggio in avanti.
Per quanto riguarda il settore alberghiero è chiaro che da Pasqua in avanti abbiamo già perso. Se ci fossero le condizioni per lavorare almeno nei mesi “centrali”, non si rimedierebbe la stagione, ma si salverebbe qualche posto di lavoro.”
— Con la vostra particolarità di piccola isola senza contagi pensate di essere avvantaggiati rispetto ad altre località turistiche costiere?
“Io penso che, in generale, il nostro turismo si basi molto sulle famiglie, sugli abitudinari, su chi ha la seconda casa.”
- Avete clienti molto fidelizzati?
“Sì, non siamo legati a un turismo di provenienza estera o a un turismo tipico delle città d’arte che, basandosi sul traffico aereo che attualmente è molto ridotto, hanno poche possibilità di cavarsela. Il nostro territorio, non avendo avuto un vero turismo di massa e non essendo legato a tour operator, in questo senso ci dà una fondata speranza che possa essere un po’ la nostra ciambella di salvataggio. Come albergatore ti dico che noi abbiamo fatto una scelta che — al di là della domanda — è di lavorare con circa un quarto in meno di camere per avere la tranquillità e la sicurezza negli spazi comuni. Chi potrà fare le vacanze quest’anno se le ricorderà, perchè saranno di qualità migliore “a misura d’uomo”, con gli ombrelloni distanziati e più tranquillità.”
— Avete in mente qualche proposta di prezzo o altri incentivi, o questo non lo ritenete determinante?
“I prezzi saranno in linea con quelli degli anni passati, anche perché con un minor numero di clienti sarà già difficile far quadrare i conti. Dopo tutto, i prezzi hanno una loro logica, non ce li inventiamo. Il mio albergo ha venti dipendenti, ma con meno camere non potrò tenerli tutti. Dobbiamo dosare bene le forze, cercheremo di fare il più possibile in termini di mantenimento di posti di lavoro, e poi c’è tutta la questione della sanificazione, uno scenario con il quale non ci siamo mai confrontati.”
- Avete prenotazioni o le hanno disdette?
“Il grosso delle prenotazioni che abbiamo sono ferme ai mesi prima dell’ epidemia. Noi siamo una struttura che ha più di 60 anni e ci prenotano anche da un anno all’altro. Da gennaio le prenotazioni stavano andando bene, poi si è fermato tutto, le disdette riguardano il mese di maggio. Ne avevamo un discreto numero ma ovviamente maggio è stato annullato, abbiamo spostato l’apertura ai primi di giugno e vedremo come evolverà la situazione. Se la situazione migliora le persone prendono un po’ di coraggio, se rimane questa incertezza anche tra un mese allora arriveranno le disdette anche per il mese di giugno. Poi c’è anche chi ci dice che ha problemi con i piani ferie, tante persone che devono programmare le loro ferie non sono in condizioni di farlo. Ci sarà anche una parte di turisti che arriverà al momento. Speriamo che anche le navi siano in grado di interpretare le esigenze del momento. Noi ce la mettiamo tutta e proviamo a stare aperti per salvare la stagione.”
Valter Giuliani