Più divieti e restrizioni che permessi e concessioni.
Dopo il via alla falsa ripartenza comunicata domenica sera 26 aprile dal Presidente del Consiglio, si comprende che forse a Roma il turismo lo conoscono solo quando vanno in vacanza. Lo dimostra il fatto che in un Paese come il nostro ad alta vocazione turistica non esiste il Ministero del Turismo.
Questo accade perché nelle varie Task force del Governo non trovano posto Imprenditori che producono PIL o uomini politici che operano sul territorio vivendo in prima persona le criticità della gente e toccano con mano i problemi dei vari settori produttivi e sociali che nel nostro caso è il Turismo.
Ora nel Testamento bisogna specificare le 15 persone che possono partecipare al funerale oltre le quali le forze dell’ordine sospenderanno le esequie.
Siamo sull’orlo di una grave crisi economica e sociale dove non ti strapperanno più la borsetta perchè vuota o la collanina dal collo perchè impegnata al monte pegni, ti porteranno via le borse con la spesa appena fatta.
Ieri sera, lunedì 27 aprile, dopo aver letto il pensiero di Gianni Anselmi (sotto riportato fra virgolette) sulla situazione attuale dopo la falsa ripartenza annunciata per il 4 maggio, credo ancora di più che il Governo Centrale prima di prendere decisioni importanti per il futuro dell’Italia, dovrebbe farsi consigliare da chi si consuma le scarpe girando tra la gente e non da chi le lucida sui tappeti persiani e il 27 passa all’incasso.
“… continuare a tenere tutto fermo per un altro mese in territori come i nostri — dice Gianni Anselmi — che vivono in molta parte di turismo e servizi, rischia di essere un colpo di grazia.
La mia opinione, che è anche una proposta, è che si stabilisca un livello di contagio al di sotto del quale le regioni possano proporre una articolazione geografica delle riaperture e delle libertà di movimento.
Dove non ci sono contagi e i rischi sono al minimo si consenta ai giovani di muoversi senza contorsioni verbali incomprensibili e norme confuse, alle piccole imprese di ripartire. Se non lo si fa, molte di loro giaceranno sul campo.
Si monitori il tutto con la tecnologia e si proteggano senza cedimenti le persone più fragili.
Si premi il senso di responsabilità dei cittadini ‑continua Gianni Anselmi- e si ricambi con la presenza autorevole delle istituzioni.
Si dimostri che questo Paese non ha paura di funzionare”
Francesco Semeraro