Marco Nieri è un amico dell’Edicola Elbana Show, un nobile molto Mascettiano, uno di quelli che se ti fa una domanda non si accontenta del classico “copia e incolla” perchè Marco va fino in fondo e in questo caso Marco ha intrapreso un rapporto epistolare con la Segreteria dell’Assessore Marco Remaschi della Regione Toscana Assessore all’Agricoltura, politiche per la montagna e Politiche per il mare sul divieto di bruciare che in questi giorni è stato esteso fino al 15 Aprile.
Secondo lei, ora che siamo obbligati in campagna senza muoverci, le frasche di potatura olivi, visto che questo é il periodo delle potature, le dobbiamo mangiare o ci pensa lei e il suo staff?
É mai possibile che non si possa bruciare nemmeno in campo aperto e con il pozzo dell’acqua vicino?
Lei sta finendo di rovinare quel poco di economia rurale rimasta.
D’accordo per i boschi ma nei campi, in campagna la situazione é del tutto diversa, oltretutto ci sono zone come la mia dove ha piovuto per due giorni.
Ma a lei, l’olio di oliva toscano eccellenza regionale, piace o no? Mi faccia sapere, grazie
Marco Nieri
La risposta non si è fatta attendere e la Segreteria dell’Assessore
Marco Remaschi — Regione Toscana
Assessore all’Agricoltura, politiche per la montagna e politiche per il mare risponde al Signor Nieri:
Buongiorno Sig. Nieri
per i periodi ad alto rischio non è consentito l’abbruciamento di residui vegetali.
Ciò è ribadito dalla norma nazionale e regionale.
In questo particolare periodo (fino al 15 aprile) permangono condizioni meteo favorevoli al propagarsi di incendi boschivi, con una poderosa alta pressione e particolare secchezza della vegetazione.
Il modello utilizzato in Regione Toscana prevede per questi giorni un valore dell’indice di rischio (tecnicamente chiamato FFMC) generalmente pari a circa 85; la probabilità che un incendio possa iniziare e svilupparsi è molto alta per valori di FFMC superiori a 75.
La presenza di questi due fattori amplifica enormemente il rischio, soprattutto per quanto riguarda l’aspetto della pericolosità potenziale dovuta all’incremento di velocità di propagazione dei possibili incendi.
Gran parte degli incendi di questo periodo, non ultimo quello disastroso della primavera dello scorso anno a Vicopisano, è stato provocato da abbruciamenti della ripulitura degli olivi.
Occorre avere pazienza e pensare alle centinaia di persone la cui vita può essere messa a repentaglio da comportamenti irresponsabili.
cordiali saluti
Ma il Sig. Nieri non ci sta e in una terza mail spiega dettagliatamente il perchè secondo lui, c è qualcosa che non torna nel ragionamento dell’Assessore
Buonasera, mi scuso per il ritardo nel rispondervi e vi ringrazio per la risposta praticamente eludente.
In base al sistema adottato su tutto il territorio nazionale e in particolare dalla regione Toscana della quale io mi pregio esserne membro da almeno 10 generazioni. Ovvero a memoria d’uomo, il sistema di calcolo ffmc che si basa su quattro indici ovvero temperatura, umidità dell’aria, vento e pioggia, non può e non deve essere generalizzato a tutto il territorio Nazionale adottando i soliti parametri. Le precipitazioni non sono uguali in prov. di Livorno, a quelle di Siena o Firenze, e per fortuna nemmeno di Pisa.
La vicinanza al mare infatti determina un tasso di umidità ben superiore rispetto alle colline dell’interno regione.
Voi state adottando un parametro generico, non tenendo conto delle variabili.
Per carità, con questo sistema, come si dice in Toscana, si leva il vin dai fiaschi, ma nello stesso tempo non si contribuisce certo allo sviluppo del mondo agricolo e di colture, pregio ed eccellenza della Regione, tra cui l’olivo e la vite.
Considerando poi i parametri da voi riportati, che descrivono la causa di incendi dal 2010 al 2017, si evince come la maggior parte, assommando gli incendi dolosi, alle cause non identificate e/o sospette siano in stragrande maggioranza, in misura del 70% circa.
Inoltre, come da mia prima missiva bisogna distinguere bene il territorio in area seminativa, boschiva, dedita all’olivicoltura e alla viticoltura più tutte le altre coltivazioni, spinaci, bietole, carciofi etc.
Come si fa a non creare un distinguo tra aree della solita regione, coltivazioni e boschi, me lo dovreste proprio spiegare.
Il sistema che in italia è stato adottato ovvero Fwi, Fire weather index, è inoltre stato preso dal Canada, dove non hanno mai visto un carciofo se non al cinematografo e dove il territorio è per l’ottanta % ricoperto da boschi e foreste.
Allora, se proprio intendete adottarlo, almeno adeguatelo alla nostra nazione e non solo regione per regione, ma area per area.
Inoltre, perchè per esempio non date la possibilità ai piccoli possidenti di utilizzare il pacciame in altro modo?
Fate una gara approvvigionandovi ai finanziamenti previsti per il sostegno e lo sviluppo dell’agricoltura, promuovendo per esempio l’utilizzo di cippatori per la riduzione delle frasche e del pacciame in genere.
Ma è mai possibile che oltre a mantenere con fatica e difficoltà un appezzamento di terreno si debba poi non aiutati spendere soldi di tasca nostra per l’acquisto di nuovi macchinari?
E faccio notare che questo problema non riguarda soltanto le partite iva ma anche e sopratutto i piccoli proprietari che però pagano regolarmente le tasse sul terreno di proprietà.
Voglio proprio vedere tra tre mesi, quando veramente il caldo sarà torrido e con conseguenti rischi di incendi pericolosi, cosa farete o faremo con tutte le frasche e altro, lasciato in terra.
Oppure come sempre dobbiamo chiamare un trattore con il trinciatutto per pulire il terreno a spese nostre, senza alcun aiuto economico da parte della Regione.
Distinti saluti Marco Nieri
Ad oggi Marco, non ha più avuto una risposta dall’Assessore Remaschi, ma se dovesse capitare che qualcuno lo conosce gli dica per favore che Marco Nieri sta ancora aspettando sotto l’ulivo una sua risposta e magari se lui risponde noi ve ne renderemo conto.